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Maxi croce abusiva. Altolà dell'UAAR

L'ARENA martedì 07 aprile 2015 PROVINCIA, pagina 33

VERONELLA. 
Il coordinatore dell'Uaar condanna la scultura diDesmontà
Maxi croce abusiva
. Altolà degli agnostici
Paola Bosaro
«Anche la nuova posizione non rispetta le regole»

    Il crocifisso collocato sulla recinzione dell'abitazione di Desmontà.
 

«Quella croce va installata all'interno della proprietà non sulla recinzione». Il crocifisso di Desmontà tiene alta l'attenzione e continua a far discutere. Ora, sulla questione ha deciso di intervenire persino il coordinatore del circolo Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) di Verona Angelo Campedelli. L'uomo residente a Zevio, che di professione fa l'architetto, lo scorso 2 aprile ha scritto, tramite posta certificata, una lettera al sindaco di Veronella Michele Garzon, complimentandosi con l'amministrazione «per aver fatto rimuovere il manufatto che inizialmente era stato eretto abusivamente sul suolo pubblico».
Campedelli ha visto su «L'Arena» la foto della nuova posizione della croce decisa, dopo l'ordinanza di demolizione, da Tiziano Cengia, pensionato appassionato di pellegrinaggi nei luoghi di fede. Ed è convinto che permangano alcune irregolarità sotto il profilo urbanistico. Lo ha precisato pure nella mail inviata al primo cittadino. «Ritengo che l'opera, ora collocata sulla recinzione di proprietà, non sia in un luogo idoneo. Dovrebbe piuttosto essere posta all'interno del lotto e a distanza minima dal confine con il suolo pubblico, prevista dalla normativa di piano per quell'area», ha osservato. Le distanze delle costruzioni dai confini variano a seconda della zona urbanistica. Possono essere stabilite in cinque, sette o perfino 10 metri: dipende dal Piano regolatore del Comune. «È evidente che quella croce non fa parte della recinzione, come potrebbe essere una statua su un muro di pietra», continua l'architetto. «Tanto più che l'altezza totale della recinzione non dovrebbe superare il metro e mezzo. Il palo verticale del crocifisso invece è alto tre metri».
Fin qui la questione tecnica. Campedelli però affronta anche il tema civico e religioso. «I simboli religiosi vanno realizzati nella propria abitazione e non in luoghi pubblici, che sono di tutti: cattolici, atei e credenti in altre religioni», sottolinea l'architetto. «Lo Stato italiano è laico e non deve mostrare preferenze per una religione in particolare. Il cittadino che ha piantato quella croce ha avuto un atteggiamento irrispettoso nei confronti di chi non la pensa come lui. Ha voluto imporre un simbolo religioso senza alcun permesso», incalza. Anche l'ultima soluzione individuata da Tiziano Cengia non convince il coordinatore dell'Uaar. «Avrebbe dovuto prima portare il disegno del suo nuovo progetto all'ufficio tecnico e chiedere un parere». 



Risposta pubblicata su L'Arena:
sabato 11 aprile 2015 – LETTERE – Pagina 29
SIMBOLI 
«La croce non è abusiva» 

Mi riferisco all'articolo «Maxi croce abusiva - Altolà degli agnostici» apparso su «L'Arena» del 7 aprile 2015. Non entro nel merito dei regolamenti urbanistici su cui disquisisce, da esperto, l'architetto Angelo Campedelli, ma su quanto afferma in qualità di coordinatore del circolo Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) di Verona. Le sue parole sono virgolettate: «I simboli religiosi vanno realizzati nella propria abitazione e non in luoghi pubblici, che sono di tutti: cattolici, atei e credenti di altre religioni». E poi, in nome di uno Stato laico come è quello italiano, incolpa il protagonista Tiziano Cengia di aver voluto «imporre un simbolo religioso senza alcun permesso» giacché «quella croce va installata all'interno della proprietà e non sulla recinzione». Toni da crociate che risuonano per le battaglie sui crocifissi nelle aule scolastiche.
La fede non è razionale e perciò non può essere capita e accettata da un ateo. Ma è anche vero che «la fede si propone e non si impone».
Non abbiamo bisogno di ritornare a sventolare bandiere come al tempo dei crociati. È assurdo considerare un crocifisso come «abusivo». All'attento architetto Campedelli, amante del bello e dell'ordine pubblico, invece di impugnare la spada dell'intolleranza, suggerisco quanto ha detto un'amica: «Perché non si batte per le brutture che si vedono spesso in giro? Case con giardini ingombri di cose orrende, casotti e casottini ricoperti di lamiere, eternit e cianfrusaglie varie». Questo andrebbe vietato e perseguito, non i simboli delle tradizioni religiose e della nostra fede.

Guerrino Maccagnan
VERONELLA

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