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Laicità - Valore supremo

In questi ultimi giorni sono state pubblicate (L’Arena) diverse lettere che, pur trattando argomenti diversi (l’istruzione nelle scuole, la religione cattolica e le altre religioni, l’elezione del presidente della repubblica), hanno un tema in comune: la laicità dello Stato. Sono tutte lettere interessanti perché contengono diversi spunti di riflessione.
Per quanto mi riguarda, ben venga la laicità tanto richiamata in tutte le lettere, ben venga un Presidente (della Repubblica e del Governo) che se pur di religione cattolica “sappia essere anche autenticamente laico” e “che non impone a nessuno un credo”.
Faccio però notare che in Italia la laicità è tanto richiamata a parole quanto disattesa nei fatti. Pur essendo stata definita dalla Consulta come “supremo principio costituzionale” (sentenza 203 del 1989), di fatto la laicità nel nostro Paese è ignorata, nonostante sia stata abolita la “Religione di Stato” (cattolica) a seguito della revisione dei Patti Lateranensi avvenuta nel 1984.
A scuola si impartisce l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC) e non “Storia delle Religioni” (questa sì che sarebbe un ottimo strumento per aiutare le nuove generazioni a conoscere le differenti culture e le differenti religioni, in modo da conviverci). Gli insegnanti dell’IRC sono scelti dalle curie (quindi senza concorso pubblico) ma sono pagati dallo Stato. Negli edifici istituzionali (tribunali, scuole, ospedali, caserme, municipi, sedi di regioni e province, uffici postali ed altri) campeggia in ogni stanza il crocefisso al posto dello stemma della Repubblica Italiana (scommetto che molti non sanno neanche com’è fatto), e così si impone a tutti - diversamente credenti, agnostici, atei - un simbolo religioso. Negli ospedali pubblici regionali è quasi completamente disatteso il diritto all’aborto (garantito da una legge dello Stato) per la sempre più dilagante ”obiezione di coscienza” da parte dei ginecologi. Alla Chiesa Cattolica lo Stato Italiano elargisce ogni anno circa sei miliardi tra contributi ed esenzioni (si veda la rigorosa inchiesta “I costi della Chiesa” condotta dall’UAAR). Gli omosessuali sono tuttora discriminati in base ad un anacronistico modello di “famiglia naturale” di ispirazione cattolica, negando loro un matrimonio anche se solo in forma civile e non religiosa disattendendo l’articolo 3 della Costituzione. L’inaugurazione di una qualunque opera pubblica è sempre accompagnata dalla benedizione di un prete cattolico. Con i finanziamenti alle scuole private (in maggioranza cattoliche) si disattende continuamente l’articolo 33 della Costituzione. Testamento biologico ed eutanasia sono ben lungi dal vedere una legge laica che rispetti la libertà e le volontà dell’individuo.
Qualcuno mi accuserà d’essere laicista, ma laicista è semplicemente chi propugna il laicismo, vale a dire la netta e totale separazione tra Stato e Chiesa come enunciato al primo comma dell’articolo 7 della Costituzione: lo si applichi!
La laicità dovrebbe essere la guida per ogni partito e per ogni politico, ed invece….
Campedelli Angelo

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